BEETHOVEN
La lotta di un uomo per l’immortalità.
Uno spettacolo che porta sulla scena sentimenti universali. Amore, paura, odio, rimorso. Accompagnato dalle lettere del nipote Karl, La sinfonia del silenzio attraversa l’ultima sfida del celebre compositore Beethoven, costretto a fare i conti con le sue azioni negli ultimi giorni di vita.
LA TRAMA
Una stanza. 1827. Le pareti dipinte di pentagrammi. L’ultima corriera è passata. Karl non verrà. L’unica speranza che rimane nell’uomo, quella di rivedere il nipote. Sperare in un futuro nonostante la morte. Cosa resta alla fine della vita di un uomo?. Una vita dedicata alla musica. Una vita giunta al termine, nel suono ingombrante della solitudine, dilaniata dalla sordità. Beethoven rivede se stesso da altri occhi. Guardandosi, rivede la sua crudeltà, la sua incapacità di amare, ma non c’è tempo per cambiare. Il passato si srotola davanti a lui, le persone che hanno segnato la sua vita si presentano al suo cospetto, facendo crollare anche le ultime certezze. La sordità appare come una punizione inflitta dalla natura per chi è stato tanto crudele da sfidarla. Ora regna la solitudine.
Durante il corso dello spettacolo, varie lettere scritte dal nipote Karl guidano il percorso, facendo emergere nel protagonista continui dubbi sulle proprie azioni. Un dramma che squarcia il tempo portando sulla scena sentimenti universali. L’amore. La paura. L’odio. Il rimorso.
IL TRAILER DI BEETHOVEN
E l’infelice tragga conforto dal pensiero di aver trovato un altro infelice.
Beethoven
Ma cosa ci volete fare? Queste mani puzzano di umanità.
Beethoven
Facciamo un patto. Io ti regalo la musica più bella che un pianoforte abbia mai suonato, ma tu mi renderai immortale. E l’infinito accettò.
Holz
CREDITI
di Milena Sanfilippo, Simone Manzotti, Matteo Chenna
regia Matteo Chenna, Milena Sanfilippo
supervisione storia e musicale Prof. Andrea Stefano Malvano
con
Simone Manzotti – Beethoven
Milena Sanfilippo – D.
Matteo Chenna – Holz/Licknowski/Padre